Fare laboratorio anche in ambienti digitali nelle attività di Master.
Una ricerca empirica sui processi di apprendimento nelle attività laboratoriali di Workshop Live del Master HR-Specialist.
di Giuditta Alessandrini con Maria Caterina De Blasis
Introduzione
«Il digitale non solo aumenta o potenzia la realtà ma la trasforma perché crea nuovi ambienti in cui poi noi abitiamo e nuove forme di capacità d’agire, con le quali interagiamo» sostiene Luciano Floridi[1] nel suo ultimo libro. In altri termini gli habitat digitali si trasformano, si potenziano ed apprendono per cosi dire dall’ambiente stesso in cui “vivono”. La domanda che ci siamo posti è stata allora la seguente: “potevamo espandere le stanze digitali del percorso formativo del master HR Specialist introducendo una modalità per guidare le persone partecipanti verso il lavoro di gruppo e verso un confronto con soluzioni da adottare o situazioni da descrivere o studiare, Tale modalità avrebbe potuto funzionare senza il solo ricorso unilaterale ai contenuti trasmessi dal docente, ma consentendo ai partecipanti di elaborare in proprio e con i colleghi il percorso stesso sempre però seguendo la guida- anche se discontinua- del docente?”. Questa è stata la ratio che ci ha guidato, anche in qualche modo obbligati dal fatto che ormai, con l’avanzare dell’obbligo del distanziamento sociale, far riunire nelle aule studenti e docenti era impossibile. Il disorientamento che inizialmente ci ha colpito era anche quello di tanti colleghi che si trovavano nelle stesse nostre condizioni.
L’isolamento dovuto alla pandemia da Covid19 ha infatti obbligato anche le Università a dotarsi di strumenti che potessero consentire, anche a distanza, il proseguimento delle attività didattiche degli Atenei. Le scelte fatte sono state indirizzate per lo più verso soluzioni “miste” che permettono incontri sincroni e asincroni attraverso specifiche piattaforme per l’e-learning[2].
All’interno del Master “HR Specialist-Professionisti per le Risorse Umane”[3], che da anni ha attivato una modalità di didattica blended — in collaborazione con Teleskill[4] — unendo agli incontri in presenza strutturate attività di e-learning, è stato “somministrato” un questionario ai corsisti della VII edizione i quali, a causa dell’emergenza sanitaria, hanno svolto totalmente online sia le lezioni che i workshop i quali, nelle trascorse edizioni, prevedevano invece attività laboratoriali in presenza. Negli anni precedenti, infatti, il venerdì e il sabato a cadenza mensile, era previsto un workshop in presenza con un docente tra coloro che avevano realizzato le lezioni on line in funzione della calendarizzazione delle diverse aree didattiche e presso le sedi di Ateneo.
Vista la modalità blended proposta già da diversi anni, è stato meno difficoltoso per il “nostro” Master adattare i corsi e le attività alle necessità dettate dalla pandemia. I risultati che presentiamo rappresentano gli esiti di una micro indagine sui corsisti del Master con particolare riguardo alla modalità dei Workshop Live sperimentati nell’edizione 2020.
Ritenendo utile riflettere sulla qualità dell’esperienza di apprendimento vissuta dagli studenti anche in vista delle edizioni future, abbiamo voluto — attraverso gli strumenti propri dell’indagine empirica con questionario — acquisire dati descrittivi della percezione degli studenti in riferimento alla nuova modalità di lavoro didattico implementata nel Master. Abbiamo anche completato la raccolta dei dati con alcune interviste in profondità agli studenti che hanno partecipato Workshop Live.
Se il compito del formatore resta centrale nel rendere ogni aspetto del diagramma parte integrante dell’esperienza di apprendimento, per facilitare il processo è necessaria anche la scelta di un’adeguata piattaforma. Questa, infatti, deve consentire agli studenti alcune attività fondamentali così descritte da Teleskill:
· collegarsi con il docente o con gruppi di colleghi, dopo la lezione, in videoconferenza e con la possibilità di registrare una riunione di approfondimento;
· creare autonomamente gruppi di collaborazione su un tema (follow up);
· autogenerare contenuti in qualsiasi formato e poterli caricare in piattaforma per condividerli con i compagni;
· disporre di un archivio di contenuti online, “taggabili” e rintracciabili dal motore di ricerca interno;
· permettere il dibattito e il confronto nelle chat e nei forum interni alla piattaforma;
· se necessario, poter condividere il contenuto anche fuori dalla piattaforma, ad esempio pubblicandolo sui social network;
· personalizzare il più possibile il proprio percorso formativo (adaptive learning)[5].
1. L’esperienza dei workshop live
I workshop live sono stati organizzati in due sessioni come attività laboratoriali di gruppo in remoto (workshop-live), con il preciso obiettivo di esercitare e di accrescere le capacità di comunicazione e di negoziazione, oltre che, naturalmente, di riflessione degli studenti, ovvero le loro soft skill, nella prospettiva di migliorare la propria capacità di svolgere il lavoro di Specialista delle Risorse Umane. Nella prima sessione sono state assegnate le “consegne” ai diversi gruppi che poi avrebbero avuto due settimane di tempo per lavorare in modo autonomo e produrre i risultati attesi da comunicare nell’aula virtuale. Nella seconda sessione i risultati sono stati poi presentati da ogni singolo gruppo e discussi in plenaria.
I workshop sono stati gestiti da docenti-animatori, competenti nel determinato settore tematico, utilizzando la scuola virtuale con le medesime procedure di connessione impiegate nei Webinar. In particolare le attività:
· prevedevano un lavoro esercitativo ed un processo di learning on the job di tipo attivo e partecipativo;
· avevano anche la funzione di agevolare la costruzione di gruppi;
· i gruppi erano coordinati da un pivot che, tra gli iscritti, si era proposto con questa funzione su libera scelta;
· la scuola ha offerto il supporto tecnologico per agevolare il lavoro di gruppo e la connessione collaborativa tra gli studenti;
· i partecipanti sono stati informati del fatto che il lavoro dei gruppi avrebbe potuto avere come esito la possibilità di confluire nel Project Work finale;
· il lavoro esercitativo individuale e di gruppo è stato oggetto di valutazione del docente-animatore che, nella scuola virtuale, dava appuntamento ai gruppi in sessioni brevi e mirate al compito, a distanza di dieci-quindici giorni dalla sua consegna;
· i temi dei Workshop erano correlati ai Webinar già codificati in calendario, ma con un carattere di maggiore partecipazione ed attività (ad esempio, la descrizione di un caso aziendale, la ricerca in rete sui siti ufficiali di organizzazioni internazionali o nazionali, l’organizzazione di focus group simulati o effettivamente svolti su interlocutori reali, l’elaborazione di un documento o uno strumento effettivamente spendibile nel lavoro di risorse umane, lo sviluppo di un Power Point o altro prodotto comunicativo, la produzione o la ricerca di video). Queste attività sono state svolte sulla base degli input forniti dal docente e realizzate individualmente o attraverso la collaborazione in piccoli gruppi;
· i gruppi hanno costituito vere e proprie comunità di pratica che hanno avuto una loro visibilità nella scuola e possibilità di esprimersi anche nei Forum.
I corsisti sono stati avvertiti di questa sperimentazione attraverso lettere dedicate da parte dei responsabili del Master in cui sono state accuratamente spiegate le novità inserite nel loro percorso all’interno del Master HR Specialist.
2. Presentazione dei risultati dell’indagine sugli studenti
In merito ai risultati del questionario somministrato ai corsisti del Master HR Specialist, oltre il 91% dei 34 studenti intervistati ha giudicato efficaci e molto efficaci i workshop live, considerati poco o scarsamente utili solo da tre corsisti (dom.1).
La quasi totalità dei rispondenti ritiene ottima e molto buona la qualità di apprendimento nell’esperienza dei workshop live, soprattutto perché, nel contesto dell’esperienza del workshop, è stato possibile — a parere dei partecipanti — integrare meglio i diversi punti di vista e raggiungere quindi risultati più completi rispetto alle attività svolte in autonomia. È stata poi apprezzata la presenza di un docente che ha fornito informazioni utili circa i modi e i tempi di svolgimento delle attività laboratoriali (dom.2 e 3).
Coloro che, al contrario, hanno giudicato il proprio apprendimento meno efficace nel corso dei workshop live (4 studenti su 34) hanno riscontrato difficoltà nella comunicazione e nel suddividere i compiti all’interno del proprio gruppo (dom.4).
Rispetto al ruolo del tutor, i corsisti hanno dichiarato che tale figura è stata importante soprattutto nel fornire supporti e chiarimenti (41,2%), suggerimenti e consigli, per lo svolgimento dei propri compiti e nel facilitare le dinamiche comunicative (dom.5).
La risposta a questa domanda ci fa comprendere che, nella modalità non presenziale dell’approccio laboratoriale, è fondamentale un processo di accompagnamento del lavoro dei singoli da parte di una tutorship presente ed efficace. Le persone che collaborano all’attività di gruppo devono sentirsi non lasciate sole nel lavoro e confortate dalla possibilità di ricevere elementi di guida in ogni momento.
Oltre il 65% degli studenti intervistati ha dichiarato che le esperienze dei diversi workshop proposti sono risultateutili per comprendere e sperimentare il valore aggiunto del lavoro di gruppo. Tali attività sono state poi giudicate rilevanti anche per scoprire altri elementi quali l’importanza della negoziazione e della condivisione per il raggiungimento di un obiettivo e per coltivare l’identità sociale in un gruppo di pari (dom.6).
In generale, l’esperienza di e-learning viene vista da quasi il 56% dei rispondenti come un’attività che può essere utilizzata saltuariamente e comunque in maniera integrata rispetto alla didattica in presenza, mentre il 38,2% afferma che possa rappresentare una modalità di apprendimento significativa anche in futuro e dunque al superamento della crisi pandemica. Solo una piccola percentuale la considera, quindi, una semplice modalità di didattica emergenziale, mentre nessuno la giudica del tutto inefficace (dom.7).
Si può quindi affermare che i corsisti della VII edizione del Master HR Specialist abbiano “promosso” i workshop che hanno sostituito i laboratori in presenza. In questo caso, infatti, la didattica blended, “tradizionalmente” proposta già di diverso tempo, ha permesso di far frutto dell’expertise maturata negli anni e di utilizzare la tecnologia non come meramente funzionale alla didattica o surrogato dell’aula fisica, ma come uno strumento abilitante e generativo di valori e condivisione.
Gli studenti si sono quindi dimostrati aperti e positivi verso questa modalità, sebbene abbiano comunque dichiarato di preferirla accostata, quando tornerà a essere possibile, anche a momenti di incontri in presenza.
Le risposte date dagli studenti alla domanda 8 sono state considerate di grande utilità anche in vista di possibili riprogettazioni dei workshop live. Attraverso le tre interviste semistrutturate riportate di seguito abbiamo poi cercato di comprendere le motivazioni correlate alle scelte dei corsisti.
Le risposte alla domanda 9 ci fanno comprendere le ragioni della comparazione dei giudizi in merito all’efficacia dei singoli workshop live. Alcuni sono stati apprezzati soprattutto per la chiarezza degli obiettivi e del docente. È indubbio che abbia giocato anche la variabile della relativa complessità degli argomenti per ogni singolo workshop. Questi aspetti saranno approfonditi nel corso di ulteriori conversazioni con i rispondenti.
Le opzioni scelte dai rispondenti (dom.9bis) riguardano sostanzialmente la chiarezza espositiva, anche se, probabilmente, nel giudizio ha inciso anche la complessità degli argomenti e, in parte, la motivazione d’ingresso sui temi dei workshop.
Le risposte date dagli studenti all’ultima domanda (dom.10) permettono di riscontrare tutti gli elementi che sono stati proposti come attività per il possibile miglioramento dell’esperienza del Workshop live. È utile rilevare che, a parere dei partecipanti, l’elemento di competizione avrebbe potuto giocare a favore di una performance migliore (32% delle risposte).
È interessante anche notare che dimensioni vincolanti e quindi orientamenti top down più o meno rigidi non sono considerate come utili ai fini del miglioramento della performance. Sui tempi più estesi segnaliamo, infatti, una scelta da parte solo del 17,6% dei partecipanti (che lo ritiene un argomento significativo), risultato che ci fa pensare che la variabile tempo non sia così cogente per una buona restituzione dei risultati.
3. Le interviste ai corsisti
Per approfondire alcuni degli esiti emersi dal questionario, abbiamo deciso di somministrare un’intervista semistrutturata a tre corsiste della VII edizione del Master HR Specialist. Con loro abbiamo potuto cogliere, come si potrà constatare dalle risposte date, sia impressioni di carattere generale sia elementi più specifici riferiti ai Workshop Live e ai diversi lavori di gruppo.
Anche in questo caso abbiamo potuto osservare un giudizio positivo rispetto all’esperienza vissuta e una certa maturità che ha consentito di gestire al meglio la collaborazione all’interno del team anche di fronte ad alcune difficoltà che sono state “sfruttate” come momenti di crescita e apprendimento.
In ognuna delle intervistate resta comunque evidente il desiderio di poter tornare a seguire delle lezioni in presenza, affiancando quindi all’e-learning momenti di condivisione de visu.
Riportiamo di seguito alcuni passaggi delle tre interviste.
I. Come hai vissuto, in generale, l’esperienza dei Workshop Live (WL)?
Corsista 1: Ho trovato i WL sicuramente molto interessanti e sfidanti. È stata la parte del Master che ho preferito e che ho trovato più produttiva. Per me, infatti, hanno rappresentato l’opportunità di fare ricerche approfondite, di lavorare in team e di fare delle esperienze concrete che mi hanno permesso di sviluppare o di implementare delle competenze trasversali.
Corsista 2: Quando ho appreso la notizia che i WL si sarebbero tenuti tutti in modalità telematica, dal principio mi sono un po’ demoralizzata. Il Master, infatti, dura solo un anno e io avrei voluto sfruttare al massimo questa occasione. Mi rendo infatti conto che, per me, l’apprendimento face to face riesce a essere più efficace. Forse però è solo una mia percezione. Comunque sono sempre stata attiva e presente nei WL, anche coordinando il mio gruppo. Ho cercato pertanto di fare del mio meglio. Penso, però, che con questa formula l’attenzione possa calare più facilmente così come la concentrazione che non sempre è massima. Credo comunque che i WL siano stati organizzati bene e abbiamo avuto dei docenti che sono stati in grado di renderli stimolanti e mai noiosi.
Corsista 3: Ero molto incuriosita da questa esperienza per me mai vissuta in precedenza. Ero curiosa soprattutto di vedere che tipo di relazioni e interazioni potessero nascere tra colleghi. In generale l’ho vissuta positivamente, anche perché sono riuscita a integrarla tanto con i miei impegni personali e lavorativi, quanto con le necessità degli altri componenti del gruppo.
II. Come giudichi l’esperienza di lavoro di gruppo con gli altri corsisti? Ci sono stati conflitti o forme di competizione con i tuoi colleghi?
Corsista 1: Nel primo incontro abbiamo riscontrato qualche piccola difficoltà organizzativa, ma con il passare del tempo ci siamo certamente regolati meglio. Ci siamo infatti confrontati ed è stato molto bello lavorare in un teameterogeneo in termini di età e di background culturale e formativo. Ho incontrato delle persone che mi hanno insegnato molto e dalle quali ho appreso qualcosa sia a livello umano che di contenuti. Abbiamo quindi utilizzato l’esperienza, non del tutto ottimale, del primo incontro per aggiustare e riadeguare il nostro operato. Durante i momenti successivi, infatti, è stato più facile dividersi il lavoro e decidere come distribuire i vari compiti.
Il clima è stato estremamente collaborativo. Abbiamo avuto qualche problemino con uno dei colleghi che è stato meno presente, cosa che ha generato alcune difficoltà di comunicazione. Anche insieme agli altri componenti del gruppo abbiamo però cercato di agire proattivamente, tentando di confrontarci con questa persona, includendola il più possibile e mettendola a proprio agio. Anche questo aspetto, a mio parere, è stato utile e ha avuto una sua valenza positiva in termini di crescita e di gestione dei rapporti.
Corsista 2: Nel mio gruppo abbiamo provato a fare riunioni periodiche su “Zoom” per organizzare il progetto di lavoro assegnatoci dai professori e ci siamo trovati bene. È stato facile distribuire i diversi compiti e c’è stata molta collaborazione da parte dei miei colleghi. Abbiamo scelto questa piattaforma perché la comunicazione si trasmette anche a un livello non verbale e quindi un conto è sentirsi telefonicamente, per messaggio o via email e un conto è vedersi, anche se non fisicamente, per lo meno virtualmente, si possono così recepire molte più informazioni.
Nel mio gruppo non c’è stata mai alcuna forma di competizione, mentre è stato difficile trovare un punto di incontro per scegliere un orario che andasse bene per tutti. In quanto capo gruppo ho dovuto quindi ascoltare le esigenze di ciascuno e trovare una mediazione che potesse essere soddisfacente per la maggioranza. Qualcuno all’inizio si è lamentato per gli orari scelti, ma alla fine siamo riusciti a chiarirci e anche questo si è rivelato poi costruttivo.
Corsista 3: In linea di massima sicuramente bene. La questione che è emersa, a livello personale, come potenzialmente difficoltosa è stata dettata da un gruppo estremamente eterogeneo e con orari diversi, quindi spesso non è stato semplice coordinarsi. C’è stato un notevole lavoro di fatica che, però, ci ha poi condotto a concludere positivamente il percorso. Ci siamo alternati nei vari WL e quindi tutti hanno presentato almeno una volta il lavoro, senza conflitti né competizioni. In termini di collaborazione di gruppo lo trovo un aspetto molto positivo.
III. A tuo parere, in generale quali sono state le difficoltà incontrate? Quali, invece, i punti di forza e gli aspetti positivi?
Corsista 1: In merito ai punti di forza, i WL, per quanto mi riguarda, sono stati una sfida in quanto mi sono occupata direttamente anche di presentarli, soprattutto nei primi incontri. In seguito, poi, ho lasciato spazio ai miei colleghi che si sono proposti e con cui era giusto condividere questa esperienza. Dal punto di vista personale, il fatto di dover esporre ha rappresentato qualcosa che solitamente per me non è naturale, ma mi è piaciuto. Farlo da remoto, però, è stato meno funzionale perché non avendo di fronte una platea “fisica” l’ho trovato meno agevole e agevolante. Ho comunque avuto la possibilità di fare cose mai fatte prima e di approcciarmi anche in maniera concreta ad alcune forme e metodi di lavoro che prevedevano consegne e scadenze.
Corsista 2: Per quanto riguarda le difficoltà, ho notato che quando si doveva presentare il lavoro davanti ai docenti si proponevano sempre le stesse persone, mentre altri colleghi tendevano a rimanere “dietro le quinte”. Questo sicuramente mi è dispiaciuto perché avrei preferito una suddivisione dei compiti più equilibrata. Mi rendo però conto che non si può forzare qualcuno a parlare o a esporsi. Inoltre, alcune persone del mio gruppo, non avendo molte competenze a livello informatico, non sapevano come preparare al meglio una presentazione in Power Point, come elaborare un grafico o un questionario. Questa, però, non la vedrei solo come una difficoltà. Ha rappresentato, infatti, anche la possibilità di fornirsi un aiuto reciproco all’interno del team, compensando ciascuno le carenze dell’altro.
Ho trovato poi molto utile avere una scadenza legata alle consegne dei nostri elaborati. Questo ci ha infatti permesso di suddividerci il lavoro e sapere entro quale giorno prepararlo. Non eravamo quindi colti alla sprovvista, seguivamo invece un determinato percorso e degli obiettivi precisi. In questo modo anche chi tendeva a lavorare un po’ meno, sapendo che c’era una scadenza, era comunque chiamato a portare il suo contributo.
Corsista 3: Partirei dagli aspetti positivi riprendendo la questione dell’eterogeneità e della compresenza di persone che gravitano intorno a mondi diversi. Ciascuno di noi, infatti, ha potuto portare ogni volta qualcosa della propria esperienza. La difficoltà è stata invece che, in certi momenti, alcune persone del gruppo si sono fermate alla propria opinione non volendo a volte accettare il confronto. Tendenzialmente, però, c’è stato uno scambio sicuramente positivo.
IV. Con questa formula del workshop live ti sei sentita abbandonata? O, al contrario, siete stati incoraggiati e supportati?
Corsista 1: Non mi sono sentita affatto abbandonata e, in quelle poche occasioni in cui il mio gruppo ha avuto bisogno di aiuto, abbiamo comunque ricevuto “virtualmente” i chiarimenti che cercavamo. Devo poi ammettere che ho trovato positivo, quindi per me è stato bello, non essere troppo indirizzata. Giudico, infatti, molto produttivo poter dare forma a un progetto, autonomamente, magari partendo pressoché da zero, e raccogliere la sfida di fare una cosa mai fatta. Un aspetto affatto facile o banale.
Corsista 2: Non ci siamo mai sentiti abbandonati perché le comunicazioni sono state frequenti ed esaustive. Ci siamo quindi sentiti supportati, anche dai professori che si sono sempre resi disponibili per qualsiasi tipo di problema. L’ho trovato molto utile poiché, trattandosi di un’attività totalmente online, c’era la possibilità di sentirsi lasciati soli. Invece sapere sempre a chi rivolgersi ha sicuramente funzionato per mantenere un legame e un punto di riferimento.
Corsista 3: Anche se purtroppo non ci siamo mai visti fisicamente, non ci siamo mai sentiti abbandonati. Non è mai mancato il supporto da parte dei tutor e dei docenti, un riferimento davvero costante. Dopo aver compreso che questa sarebbe stata la modalità con cui avremmo vissuto l’intero Master, sono entrata nell’ottica e mi sono trovata bene. Sicuramente il fatto di non esserci mai visti di persona, superfluo dirlo, mi è dispiaciuto. Mi sono iscritta a questo corso in un momento storico completamente diverso, purtroppo però è iniziato in concomitanza con il lockdown che nessuno si aspettava né poteva prevedere, quindi inutile resistere e insistere su questo punto.
V. In base a quali elementi hai preferito un WL piuttosto che un altro?
Corsista 1: Personalmente la mia scelta è stata dettata dal tipo di argomento trattato. Ci sono state tematiche che ho trovato sicuramente più entusiasmanti da approfondire. Essendo stati WL molto diversi gli uni dagli altri, alcuni hanno richiesto più tempo anche solo per una ricognizione bibliografica o per una ricerca. Ad esempio, ho trovato i WL sul gender diversity e sul progetto di formazione più ricchi di contenuti e quindi più articolati e impegnativi in termini di studio e ricerca. Altri, come quello sull’assessment, erano molto più diretti, con un focus più preciso e quindi sono stati più semplici e veloci da realizzare.
Corsista 2: Sono stata guidata soprattutto dal mio interesse e dal piacere personale. Ci sono stati argomenti che hanno sicuramente stimolato di più la mia curiosità e quindi mi sono sentita maggiormente coinvolta nel seguire le lezioni. Devo dire, però, che in tutti i WL ho trovato utile e facile da seguire tanto il tono di voce quanto l’atteggiamento dei professori. Non c’è stato alcun docente che mi ha “allontanato” o distratto da quanto stava trattando. Ci sono stati dei temi per me più complessi per i quali ho dovuto fare uno sforzo in più per potermi concentrare e comprendere quanto stavo ascoltando. In quel caso, però, mi è stato utile il ricorso alle dispense che i professori hanno lasciato a nostra disposizione.
Corsista 3: In termini di attività di gruppo l’ultimo WL, quello sull’assessment, è stato sicuramente il migliore, anche dal punto di vista della nostra gestione, perché tutti lo abbiamo vissuto come una sintesi delle fatiche di coordinamento: ci siamo ritrovati perfettamente allineati in termini di organizzazione del lavoro. In realtà tutti i WL sono stati comunque molto interessanti, quelli iniziali, però, andavano un po’ “rodati” e quindi ci siamo trovati più in difficoltà prima di prendere bene il ritmo.
VI. Se dovessi seguire un nuovo corso, preferiresti che ti venisse riproposta questa modalità o non vorresti ripeterla?
Corsista 1: Mi sono trovata molto bene con questa modalità che mi è sembrata gestita e organizzata in maniera funzionale, risultando anche più inclusiva. Trattandosi, infatti, di un corso post lauream ogni corsista aveva già degli impegni lavorativi, quindi un’esperienza del genere ha consentito di gestire meglio i tempi di studio e di lavoro. Il fatto che il Master fosse già strutturato in maniera blended è stato per me sinonimo di garanzia poiché non si è trattato di trasformare ex novo qualcosa che prima era esclusivamente in presenza.
Corsista 2: In generale preferirei seguire dei corsi in presenza e quindi partecipare di persona agli incontri. Sebbene il fatto che questo Master fosse già in modalità blended abbia rappresentato per me una delle ragioni per cui l’ho scelto, in quanto mi permetteva di organizzarmi meglio, era più semplice da seguire e quindi potevo dedicarvi maggiori e migliori energie, mi è comunque mancata la parte degli incontri in presenza.
Corsista 3: Per me, a prescindere dalla pandemia, il fatto che il Master fosse in modalità blended è stato già un motivo che mi aveva portato a sceglierlo. In termini generali ripeterei quindi questa esperienza, anche perché mi ha permesso di portare avanti sia gli impegni lavorativi che quelli di studio. Una percentuale di incontri in presenza, come previsto inizialmente, non mi dispiacerebbe, magari sempre nel fine settimana in modo da poter conciliare anche le esigenze professionali.
5. Una conclusione provvisoria: si può fare laboratorio in ambienti digitali?
Anche gli habitat digitali possono cambiare e differenziarsi attraverso l’esperienza e la sperimentazione. Con i workshop live abbiamo voluto introdurre negli ambienti — già ampiamente sperimentati — del Master HR Specialist una variabile nuova resa vincolante dall’emergenza pandemica: fare laboratorio anche in remoto stimolando la relazione peer to peer tra i partecipanti.
Bibliografia minima
Alessandrini, G. (a cura di) (2019). Lavorare nelle risorse umane: Competenze e formazione 4.0. Roma: Armando Editore.
Floridi, L. (2020). Il verde e il blu. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Fiorentino, G., Salvatori, E. (2020). La didattica a distanza, dall’emergenza alle buone pratiche. «Umanistica Digitale», 8–2020, pp.165–182.
Ramella, F., Rostan, M. (2020). UNIVERSI-DaD. Gli accademici italiani e la didattica a distanza durante l’emergenza Covid-19. Working Papers CLB-CPS, 1–2020.
Rivoltella, P.C. (2015). Media digitali, apprendimento, formazione. Pubblicazione online: http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/35539/Rivoltella_Media-digitali-apprendimento-formazione.pdf.
Falcinelli, F. (2012). Le tecnologie dell’educazione. In Rivoltella, P.C., Rossi, P.G. (a cura di). L’agire didattico. Brescia: Editrice La Scuola.
Rossi, P.G. (2009). Tecnologie e costruzione di mondi. Post-costruttivismo, linguaggi e ambienti di apprendimento. Roma: Armando Editore.
Teleskill Italia (2021). Vantaggi dell’Hexagonal learning per la formazione online delle aziende. Pubblicazione online: https://www.teleskill.it/elearning-blog/vantaggi-dellhexagonal-learning-per-la-formazione-online-delle-aziende/.
Note
[1] Floridi, L. (2020). Il verde e il blu. Milano: Raffaello Cortina Editore.
[2] Fiorentino, G., Salvatori, E. (2020). La didattica a distanza, dall’emergenza alle buone pratiche. Umanistica Digitale, 8–2020, pp.165–182.
[3] http://www.master-hrspecialist.com/.
[4] Teleskill è attiva dal 1999 e si occupa di concepire, progettare ed eseguire soluzioni per costruire al meglio strategie di formazione in modalità e-learning e comunicazione sulla rete Internet, combinando efficacemente i propri software proprietari nello sviluppo di soluzioni dedicate all’aggiornamento professionale, alla formazione a distanza, alla comunicazione e alla condivisone di video formativi/informativi a distanza (www.teleskill.it).
[5] Ibidem.